sabato 31 marzo 2012

Chapter 19: St. Patrick's Day


Classico sabato che parte a casa di qualcuno, quello dell'altro giorno. Stavolta siamo nell'appartamento di Yam al Boulevarden, in realtà il party è nell'altro appartamento del pianerottolo ma pare che ci siano solo losers per ora. Classico sabato eccetto che per il fatto che oggi è San Patrizio! Non sapevo neanche chi o cosa fosse San Patrizio prima d'ora, adesso so che tale patrono parla irlandese e beve fiumi di Guinnes. Gli altri del collegio hanno cenato qua tutti insieme sperimentando una danish pizza. Li raggiungo subito dopo, siamo in fase alcohol games (leggeri comunque, eh...tipo I've never ever, in cui a turno si racconta una cosa strana che si è fatta nella propria vita e quelli che l'hanno fatta bevono pure loro..., Pyramid, Fuck the dealer, etc...). Tutti sono vestiti di verde o hanno trifogli appiccicati sul viso o sui vestiti, io sono in jeans e maglietta nera e mi sento un po' escluso a dire il vero.  Mathieu viene a chiamarci più volte, non capisco mai se sia ubriaco o fatto, oppure se sia in sè: ha gli occhi talmente socchiusi che pare si sia appena svegliato da un letargo quinquennale. "Cmon guys, the party out there is gatting boring... please come with me!". Non lo caghiamo fino alla quinta volta: in effetti siamo qua in cucina di Yam da un po', lui e noi dal Kollegium... Decidiamo quindi di dare una scossa al festino di là, non prima però di aver usato una plafoniera come microfono per cantare e fare versi, e di aver utilizzato l'aspirapolvere contro chi tentava di entrare. Siamo di là. L'appartamento prende finalmente vita, quella vita che solo noi tutti insieme sappiamo portare... e togliere. Dieci persone in più o in meno fanno la differenza, actually, soprattutto se si tratta di tipi che stanno in Brandevej. La musica di qua fa un pochino schifetto, così decidiamo di inaugurare una nuova stanza. Dev'essere la camera da letto di una ragazza dell'appartamento che sembra aver previsto tale invasione e predisposto il suo spazio svuotandolo dei suoi averi. Musica a palla, si salta e si balla. Siamo io, Charles e la Clemen... man mano arrivano anche gli altri. Tutti gli altri, intendo, o in ogni caso almost all. La stanza si riempie, il letto diventa un cubo per chi vuole saltare. Le stecche partono ad una ad una. E' incredibile come il party si sia completamente spostato di qua...che ridere! Si va alla Irish House, quale posto migliore per celebrare St. Patrick? Siamo là in pochi minuti a piedi. E' stracolmo di gente...credo di riuscire a riconoscere un bel po' di irlandesi. Un cantante con chitarra e banjo anima la serata suonando musica folk e contry tipica della tradizione. E' un grande, un po' mi ricorda Mike Jagger come carisma e colore di capelli. Come al solito quando la nostra venuta rivitalizza l'ambiente: noi ci balliamo sopra a quelle canzoni invece di stare seduti a bere birra. Lui sembra piacevolmente divertito e partecipe...ci ringrazia con lo sguardo e spreca qualche parola per noi. Chiude con American Pie acustica che ci gasa un monte: siamo pronti per La Street! Abbiamo tutti un cappello in più in testa, ma soprattutto da oggi saremo di sicuro tutti un pochino più affezionati a questa festa. Niente di particolare da sottolineare alla Jomfru Ane Gade (La street!) eccezion fatta per un allarme anti-incendio che blocca di colpo la musica al Rock Nielsen. Era Narcotic. Le nostre voci irrompono frantumando l'iniziale silenzio attonito della gente intonando a squarcia gola il riff della canzone. Poi Hr. Nielsen. Poi a casa facendo spensieratamente la strada con Andràs.

Chapter 18: Jomfru Ane Gade's Club tour


E' venerdì in quel di Aalborg, giorno che nella routine di tutti è ormai sinonimo di street. Ma oggi (ndr dopo la mezzanotte) è anche il compleanno di Nicolai, uno dei ragazzi danesi del collegio che più passa il suo tempo con noi internazionali... Ovvio che si deve festeggiarlo! Allego qualche foto tanto per rendere l'idea (preferisco mantenere il massimo riserbo sui video che accompagnano detti fotogrammi...anzi facciamo che li pubblico su richiesta, così qualcuno si degna di commentare!). Tutto è iniziato da un tranquillo post cena come tanti altri, ci sono anche la Chiara e la Marti. Hanno portato una borsa del Netto con lattine di Mojito innacquato e un cocktail ai frutti rossi che sa da Lisomucil. Nicolai è già in fibrillazione prima della mezzanotte: non credo tanto che sia emozionato per il compleanno quanto perchè da oggi inizia il weekend! Anche Francesco sembra particolarmente allettato dall'idea di premere il tasto pausa per qualche decina di ore all'assiduo lavoro che si trova costretto a portare a termine a causa del planning maniacale delle sue compagne di project. Per lasciarlo intendere inequivocabilmente decide di prendere il dosatore del pepe, salire sul tavolo, appoggiarlo e scagliarlo con un calcio ben assestato. Ora, considerata la natura vetrosa di tale barattolino, la fisica degli urti anelastici e la legge dell'impenetrabilità dei corpi determinano senza esitazione la sua irrevocabile distruzione. Barattolo rotto e pepe nero per terra.
















Considerata la ghiotta opportunità di combinare qualche marachella, Kevin e Nicolai decidono di raccogliere il pepe dal pavimento e soffiarselo in faccia a vicenda, speranzosi di raggiungere gli occhi dell'altro contendente. Il risultato è testimoniato dalle foto... robe da pazzi!
 
 La serata continua, e tra un discorso e l'altro la mezzanotte si avvicina... Nicolai sparisce qualche minuto prima dei 24 rintocchi: si è rifugiato in camera per appiccicarsi addosso una collana di bandierine danesi. Dopo averlo preso in braccio lo passo a Kevin che gli fa fare un giretto in groppa mentre gli cantiamo "Happy birthday to you...". Sembra felice.
Ma ad un tratto arrivano i danesi del Kollegium, gli hanno preparato una fila di cinque shottoni da bere di fila (anche qui avrei il video, ma meglio evitare...!). Nicolai, colmo d'orgoglio e con la rigogliosa catena di bandierine sempre al collo, li fa fuori uno dietro l'altro in cascata. Un secondo dopo scende dal tavolo con la faccia stralunata e svola a tutta velocità fuori nel giardino sul retro: è l'ora della lavanda gastrica.

In maniera quasi impressionante torna dentro come se nulla fosse accaduto e per un attimo sembra anche essere completamente padrone delle sue azioni... il fatto è che per lui sarà una serata in declino! Take a look:









































...nel frattempo io, Gianluca (amico delle Corazzolle venuto dall'Italia per il weekend) e la Chiara ne approfittiamo per un tour dei clubs della Street! Contrasti sgargianti di luci e odori tra locali vicini, accostamenti improbabili di stili musicali totalmente differenti si fondono con la nostra notte: è come essere catapultati da un pianeta all'altro a distanza di pochi passi. Per cultura generale è stato bello provarne una manciata comunque... almeno adesso possiamo dire di scegliere consapevolmente e responsabilmente il

oppure il suo surrogato più genuino:

giovedì 29 marzo 2012

Chapter 17: Blazing sky

Non aggiungo tante parole a queste foto. Solo... all'improvviso un riflesso distoglie il mio sguardo dal monitor del laptop. E' arancione, penetra senza difficoltà la veneziana che copre malamente la finestra della mia camera. Mi alzo e la faccio su tirando la cordicella... ecco cosa vedono i miei occhi:


Non sarà l'aurora boreale... ma in un certo senso posso dire di sentirmi appagato!

Chapter 16: Take it easy, take it italian!

"Finalmente si fa!", recita il titolo dell'evento su facebook che come al solito accompagna l'organizzazione di qualcosa. Stavolta è la Chiara a scrivere, e presumibilmente sarà lei a cucinare dato che si tratta di una cena italiana tra italiani. Suona strano cavolo, sono abituato a sentire nell'aria quell'odorino acre di aglio e cipolla crudi usati anche in commistione dal mio coinquilino a dare sapore ad ogni sua pietanza. Bene, stavolta sarà diverso. Stavolta la sensazione sarà stravolta. Profumo italiano di patate al forno fin sulla porta...mi apre la Martina, sono entrambe ai fornelli. Indaffarate ovviamente! Mi presento all'invito con un presente subito apprezzato: si tratta di una birra particolare...la birra STRONZO! 
Per rendermi meno importuno di quanto non lo sia stato il mio biglietto da visita, do una mano a preparare la tavola: ci sistemiamo in una stanza vuota, quella dell'inquilino che effettivamente manca per riempire i 5 posti dell'appartamento. E' un sacco spaziosa, ci mettiamo anche qualche candelina in giro e tramutiamo un letto in divanetto. La postazione musica è okay. Essaurisco immediatamente le considerazioni che ho da fare sulle coinquiline della Chiara: un ornitorinco obeso barbuto e "la guantata". La prima presenta un'incontrollata distribuzione di bulbi piliferi all over the face, verosimilmente causata da sbalzi ormonali che incidono anche sul suo altalenante morale e sulla sua tipica impertinenza. La guantata è solita utilizzare un solo guanto a mo' di giocatore professionista di biliardo, un po' per sembrare anch'ella professionista (si disquisiva per l'appunto con gli altri ragazzi circa l'esatta tipologia dell'attività in questione...), un po' per poter contare sempre su una salda presa, just in case. Intendo ovviamente in comunissime situazioni come la battaglia in cui ho sorpreso tali ragazze fronteggiarsi subito dopo cena. Duello un po' far west, con netta transizione a separare i tranquilli preparativi e l'inferno della guerra. Un bicchiere per una, e un paio di chopstick in mano. Chi bagna l'avversario schizzando più goccioline prevale. Le guardo allibito poi torno a tavola per il dopocena... Ma riprendiamo con le portate va che è meglio. Primo piatto: spaghetti Barilla arrivati dal pacco italiano delle sorelle Corazzol con prelibata salsa di pomodoro e carciofi a pezzettoni. Di secondo uno sfizioso gratin di patate con formaggi, bacon e grana italiano a scaglie in superficie. Il tutto accompagnato da vini delicati scelti da Federico e Francesco, e da una Tequila finale con sale e limone gentilmente offerta da Federico. Quella Stronza di una birra è rimasta a guardare vestendo un po' i panni della mascotte. 


Alla fine tra una cosa e l'altra, dopo aver degustato con appetito e dedizione ogni pietanza, siamo finiti a parlare delle motivazioni che hanno spinto ognuno di noi a venire in Erasmus, e più in particolare perché ad Aalborg. E' stato un bel momento di confronto. Interessante, anche di conoscenza e coesione da un certo punto di vista. E' stato facile spiegarlo in italiano, o meglio è stato facile essere sinceri e non semplicistici come quanto sei costretto a tirare fuori le tue motivazioni in inglese... la delicatezza è una delle tante cose che mi mancano quando parlo in lingua, questo è poco ma sicuro! E per uno come me che apprezza tutte le sfumature dell'italiano questo è un big deal in effetti... vedremo vedremo!
Ah, queste sono alcune delle foto che ho scattato in notturna subito prima della suddetta prelibatissima, saziante, deliziosa cena... Ecco a voi: Aalborg by night, buona visione!