martedì 7 febbraio 2012

Chapter 5: Home sweet [new] home

Dannazione me l'ha fregata. Si chiama Orlean, è qui da ieri sera. Io ho aspettato il 2 mattina diavolaccio cane. Si è accaparrato la stanza (leggermente) più ampia, con la TV e la finestra più grande. Io ho un armadio con un'anta in più, vedrò di farglielo pesare. Stamattina ho preso il pullman a Nytorv: con borsone, valigia e zaino in spalla ho creduto di non farcela. Dieci minuti, forse più, fino alla fermata giusta. Un'anziana ma gentile signora mi chiede se ho bisogno d'aiuto, vorrei chiederle se ne ha bisogno lei - magari per atraversare la strada. Poi mi ricordo che non sono uno scout, quindi le spiego che stavo cercando la fermata giusta e dal lato giusto della strada. Mi rassicura: sono al posto giusto. Smonto sul bordo di una strada a scorrimento veloce, faccio qualche foto. Non avrei voglia di mettermi in cammino un'altra volta. La pista ciclabile è spazzata, il marciapiede no, ma sarebbe letale anche solo pensare di poterla sfruttare per trascinare più agevolmente il mio bagaglio. Mi viene in mente "Il peso della valigia" del Liga, non so di cosa parli ma il titolo calza a pennello. Ultimo tratto in salita. Riprendo fiato e mi concedo qualche altra foto, oramai l'ho capita 'sta reflex. Tiro fuori la busta con le chiavi e l'indirizzo esatto; eccomi di fronte a quello che avevo visto su Streetview. Sono sei strutture parallele, tre da una parte e tre dall'altra, si guardano in faccia a due a due. Il mio appartamento ovviamente è nell'ultima. Non ci capisce bene quale sia di preciso: decido di seguire l'intuito...la chiave gira. E' bello qua fuori, ci sono tavolini da picnic in legno, piante, delle pietre, scale esterne per accedere al piano superiore. Tutto ovviamente coperto di neve. Riguardo la porta, ci sono due nomi in parte che mi fanno desistere per un attimo ma... la chiave gira. Orlean mi da il benevenuto. Vedo che si è sistemato nella camera di sinistra - mica scemo. Mi aiuta con il borsone, la valigia è piena di neve non posso portarla dentro subito sennò faccio il disastro. E' disponibile, gentile. Ha i capelli con la coda dino a metà schiena e due polsini neri che ne fanno lo stereotipo del metallaro. Con chi sono capitato? Mi dice che non ascolta musica se non colonne sonore dei film, non è metallaro, ha un anno in meno di me e la morosa da quattro anni. Sta frequentando ad Istambul l'ultimo annno della triennale in Ingegneria Elettronica, ma è qui per studiare Wind Power. Ha la doppia nazionalità: papà turco e mamma bulgara. Süleyman è l'altro suo nome, Saroğlu l'univoco cognome. In ogni caso sono contento... l'appartamento è piccolo ma praticamente nuovo. Non ha mille elettrodomestici ma comunque c'è tutto il necessario. Il lampadario della mia camera ha la lampadina bruciata, e la veneziana della portafinestra  è staccata (gli manca un pezzo di aggancio quindi è difficile farla stare su se non provvisoriamente). In questo modo non ho luce quando vorrei averla, cioè di sera, ma posso contare su una dose abbondante di raggi solari quando non la vorrei, cioè al mattino. Ci metterò una coperta probabilmente. La pulizia mi prende un po' di tempo: farò dopo la spesa. Passo la scopa due o tre volte, la spugnetta deterge e disinfetta tutte le superfici con la mitica crema Cif. Trasferisco la roba dalla valigia all'armadio a tre ante. Davvero bello e spazioso - scelta vincente. Passo centimetro per centimetro la poltrona da ufficio e il rispettivo poggiapiedi in ecopelle. Ho anche quattro scaffali per le cose non da vestire: adibisco quello inferiore a scarpiera. L'operazione svuotamento valigie richiede più tempo del previsto, forse perché mi metto a ridisporre gli scaffali dell'armadio togliendo tutte le mensole e configurandole in modo ottimale.  Al supermercato vicino casa (15 minuti a piedi - senza spesa) - il Føtex - si può trovare praticamente tutto, da vestiti a padelle, da cibo a cancelleria. I prezzi sono tipicamente danesi, ma comunque "sapendo scegliere" si sopravvive! Mi vanno via 70 euro di spesa, l'inizio è sempre la parte più difficile: mi trovo a dover pensare a tutto e contemporaneamente a realizzare che sono a piedi. Per rendermi conto del peso di quello che sto comprando scelgo di servirmi di due cestini. Non è bastato: la strada verso casa è stata una vera e propria via crucis, con 4 tappe di sistemazione borse + riposo articolare. Ma ora ho "praticamente" tutto. Per cena posso contare su un bel piatto di spaghetti al sugo con pelati interi. Delicious!
Ecco un po' di foto della/dalla casetta:




















Nessun commento:

Posta un commento