martedì 14 febbraio 2012

Chapter 7: Welcome Parties

Primo Wednesday Night
Facendo il pendolare non so minimamente cosa significhi il termine "serata universitaria". O perlomeno l'ho spesso immaginato basandomi su racconti ed esperienze, ma - si sa - Padova è assai distante per farci sistematicamente un salto notturno nel bel mezzo della settimana. Uno dei plurimi motivi per cui apprezzo questo Erasmus è il fatto che mi evita un viaggio stressante ogni giorno. Anzi, due viaggi stressanti: andata e ritorno. Ulisse ha poco da dire, provi lui a inforcare la bici col gelo del mattino in pieno inverno, andare in stazione, prendere il treno al volo e sussurrare "Yeah, ce l'ho fatta...per un pelo...fiuuuu!". E provi dunque ad arrivare a Venezia Mestre, dopo essere stato compresso come una macchina in rottamazione (la scatola di sardine era troppo banale...) ed ammirare una cinquantina di led arancioni sul tabellone nero che indicano 25 min nella casella "ritardo". Fanbrodo i treni (per fortuna che non li pago ahahhaaha!) e fanbrodo i professori che non ti lasciano entrare a lezione iniziata senza farti sembrare un povero capretto da sacrificio. Beh, qua andare al campus mi prende 10 minuti in bici, tanto per capirci il corrispondente del tempo necessario epr farmi arrivare in stazione a Spinea. Ma la vita del mercoledì sera respira in centro, e allora sono 20 i minuti. Non c'è male comunque...l'andata è quasi prevalentemente tutta in discesa, a tratti anche gradevolmente ripida (lascio a voi le conclusioni per il ritorno, ma avrò modo di parlarne). E' mercoledì dunque, alla StudentHouse danno birra a prezzo considerevolmente ridotto, come non approfittare. Non so quanti altri potrò joinare d'altronde: dalla settimana prossima al giovedì mattina avrò un bel corso piazzato alle 8.15. Ore di sonno più che necessarie. La barba mi si attacca alla sciarpa attraverso minuscoli cristalli di ghiaccio. Ogni volta mi diverto a sentirmela tirare. Ho messo la calzamaglia [ripenso alla figura di me che ho fatto alla festa di saluto vestito da cantastorie], il freddo è sopportabile, ma la bici va che è un piacere. Come naturale l'aria non segue il moto del biciclo: o va più lenta ed è bene, o va più veloce ed è ancora meglio, o sta ferma e tu gli sbatti addosso rendendoti conto che quelle storie sull'attrito e l'aerodinamica ogni tanto va bene saperle. Ma ti va male nel restante 85% dei casi, ovvero quando l'aria soffia in direzione opposta o trasversale. Questa sera sono forunato, rientro nel 15%. Orlin (mio compagno d'appartamento - è così che si scrive il suo nome... che in effetti fa un pochetto Chioggia) arriva in autobus, ci mette il doppio di me. Trovo la Martina e la Chiara, Federico arriva dopo. La musica invade la sala. Sparano salsa a tutto volume, gli spagnoli si sentono forti; c'è qualcuno che sa davvero ballare bene, gli altri si buttano nel puttanaio. Io credo che l'unica mia salsa per stasera sia quella che ho mangiato sulla pasta, gustosa e gradevole. Decido quindi di approfittare della massa di gente presente per conoscere qualcuno, amici di amici e amici degli amici di amici - ovvio. Nel frattempo il mio amico di casa se ne fa cinque (di birre) ed è in collassata. Una dietro l'altra sostanzialmente. E' pressato dall'orario dell'ultimo pullman - mezzanotte mi pare. Barcolla un po', gli chiedo come sta e gli consiglio di fermarsi (temo certo per la sua salute, ma mi seccherebbe un po' anche trovarmi le pozzanghere giallastre in giro per casa e pezzettoni alle pareti. Mi dice che è tutto ok. Se ne va mezzo tronco. Non c'è male comunque, il clima è molto allegro (in entrambi i sensi), disprezzo con sguardi severi il comportamento dei più. Ma d'altra parte per molti l'Erasmus è questo: sesso, droga e salsa. No dai, non esageriamo, però in realtà l'atteggiamento regole zero e dignità sotto zero pare aver trovato un terreno ben fertile. Io sono qua con le foglie...le mie solide radici sono altrove per fortuna! Al ritorno provo la nuova strada: è decisamente migliore. Più corta e meno pendente! Misteri della fisica direte voi. Ebbene ci ho pensato, non è tanto un mistero: Humlebakke ed Hansundvej infatti presentano alcuni saliscendi che all'andata non si percepiscono grazie all'inerzia delle discese, ma che al ritorno diventano ugualmente inutili a causa della brevità dei tratti favorevoli. La nuova strada mi conduce a destinazione. Farò sempre questa. Arrivo, apro la porta delicatamente e lui mi spalanca quella della sua camera. Uao. Non sento strani odori e lui è ancora vivo. Eccomi, letto!


International Welcome Party
Festa di benvenuto per tutti gli studenti internazionali, a prima detta travolgente. 1000 e più invitati, 400 conferme di partecipazione nell'evento su Facebook. La StudentHouse apre anche la sua miglior stanza, un salone con palco, bancone del bar sul fondo e illustrazioni musicali alle pareti. Ogni nazione deve sfoggiare i suoi colori, vestire qualcosa di tipico, portare in alto il suo orgoglio. Partono le idee tra noi italiani: in un giro di mail propongo il viso pitturato a tricolore stile ultras, ma alla fine le tempere non è andato a prenderle nessuno. Le ragazze si fanno simpatici bracciali e collane di pasta dipinta. Io metto la maglietta della GMG azzurro pigiama ma con una mega scritta "ITALIA" in verticale. Mi legherò la bandiera come piccolo mantello. Raggiungo Federico e la Martina al condominio di Danmarksgade 49. Fede sta ancora cenando con gli spagnoli, ne avrà per un bel po'. Io e le ragazze intanto andiamo. Il salone è quasi vuoto, sono tutti nella consueta sala del bar. Mi accaparro un puff, mio sogno proibito. E' morbido e confortevole. Sarà mio finché non avrò voglia di alzarmi, ne sono davvero felice! C'è un po' di preoccupazione nell'aria: la gente fatica ad arrivare. Stasera ci sono anche due feste nei college principali (centro e campus), tante gente è sicuramente là e le probabilità che prenda parte a questo party a serata cominciata è pari a zero. Quelli dello staff si vedono costretti a rimpicciolire la pista tagliando a metà la sala, preparando la zona vicino al bancone con vari tavolini e sedie ed adibendola ad area remissivi al ballo/drunked people/forever alone guys. Il vestito diventa dettaglio trascurabile a manno a mano che la gente arriva. Saremo un misero 15% noi che sfoggiamo con orgoglio la nostra nazionalità. Le pecche, odio quando va così. Una cinese guarda stranita la mia bandiera andando a recuperare qualla che è probabilmente 'ennesima birra. Lei ha tacchi alti, calze a rete, minigonna e camicia bianca. Dev'essersi accontentata dei suoi occhi a mandorla a quanto pare. In ogni caso la cosa che mi ha fatto più ridere di tutta la serata sono stati i DJ. Santa Maria del Cammino, ho camminato fin qui per trovarmi di fronte DJ Catania, DJ Simon Barber e DJ Polignano?! Ma fate davvero zio cen? Eccoli, sono l'Aalborg's DJ Team. Non ne sto ovviamente facendo una questione tecnica, a mettere la loro musica saranno pure stati in gamba. Non la sto mettendo neppure sul piano personale, nulla contro di loro. Ma diamine, com'è possibile che siano tre terroni?! (Niente di male, non sono contro i meridionali, chi mi conosce lo sa). La cosa mi fa piacevolmente sganasciare, sghignazzare e scompisciare. I loro loghi ancora di più. Sento un po' di Italia in più!
 


Io sto un po' di qua e un po' di là, interrompo il caos della discoteca con qualche giretto nella ben più calma zona bar. Conosco un altro po' di gente, non sto qui ad elencarli - anche perché sono le classiche persone di cui non ricordi il nome già subito dopo aver stretto loro la mano. Riconosco quelli del torneazzo a calcetto del pomeriggio, mi dicono qualcosa in danese. Devono essere un po' andanti pure loro. 
Prima di andare a casa seguo Federico e un gruppo di spagnoli (tra cui Teresa, la mia buddy): mi portano a vedere La Street. E' poco dietro la StudentHouse. Decine di bar a pochi metri tra loro giacciono consecutivi a limitare il barcollio di giovani strastonfi. La gente qui deve bere davvero tanto per consentire a tutti questi locali di tenere aperto. Capisco presto che non sanno darsi un limite quando un ragazzo dal passo sbilanciato sembra volermi baciare piombandomi addosso. Me lo scrollo di dosso. "Qui è sempre così" - mi dicono - "la gente ubriaca continua a spingerti e tirarti...". Andiamo al Newcastle, fumo libero dentro ovviamente. Ci facciamo uno shottino in compagnia e prima di rimanere assuefatto dalla densa nuvola acre me ne esco e torno a casuccia. Fa freddino, ho i piedi gelati. Ma questo piumone sa davvero il fatto suo.



Party in Danmarksgade 49
Ovvero a casa di Federico. Ho progettato di restare a dormire qua a dire il vero, visto che domani mattina - domenica - vorrei fare un salto a vedere la chiesa cattolica. E' oltre il centro, quindi, dato che si tireranno le ore piccole, potrebbe essere una buona idea fermarmi direttamente là invece di prendermi un'incastrata di freddo al ritorno. Entro, sono il primo, in effetti sono solo le 9 e tre quarti. Fede ha svuotato la sua camera. Il suo letto è in camera di Andres, i mobili sono girati al muro. Ok non dormirò qua. Sistemiamo l'impianto facendo i conti con la limitata lunghezza dei cavi. La gente non deve incepicarvi, deve poter avere accesso alle finestre per fumare e il laptop deve rimanere vicino al cavo di rete. Dopo qualche tentativo ce la facciamo: la camera di Federico è pronta per accogliere almeno una trentina di persone e sparare musica a manetta. E' il primo party nel suo appartamento da quando c'è lui. Questa volta non hanno creato l'evento su Facebook e all'inizio questo sembra essere stato un errore fatale. "C'è un'altra festa qua vicino, una festa di compleanno tra l'altro. Siamo fottuti". Siamo in tre, oltre a lui e Yves-Remi. C'è da decidere cosa fare, se andare alla Street o attendere. Aspettiamo. Arrivano dopo poco anche gli altri inquilini, gli spagnoli portano con loro altra gente... il numero si fa decente. La musica esce dalle casse di un vecchio impianto Sony irradiando l'intera stanza, quelle adiacenti e verosimilmente le abitazioni circostanti. Ci sono anche altri ragazzi italiani, li conosco già...Un po' di David Guetta, Prodigy e house in genere fanno da base ai nostri discorsi: si parla dell'Erasmus, dei pacchi di vestiti e vivande da farsi spedire, del mio alloggio inverosimilmente lontano dal centro considerando che sono in bici. Appunto, meglio che vada... Domani mi aspetta un'altra pedalata di buon mattino!

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