martedì 13 marzo 2012

Chapter 10: Søren's birthday party

Qualche giorno fa c'è stata la festa di compleanno di Søren. E' un ragazzo in corso con me, ci avrò parlato due o tre volte. Ma partiamo dall'inizio... Un mese fa all'incirca mi è comparso, tra l'impressive amount di inviti facebookiani, anche un evento descritto in danese. Come di consueto ho cestinato il tutto, d'altra parte sulla foto dell'evento c'era Super Mario. Bene, un giorno verso metà della settimana scorsa durante una pausa mi arriva Mathias chiedendomi se partecipo al regalo per Søren. "Ehm...gift? What gift? And specially why gift?". Ti ha invitato alla festa di compleanno su facebook, non l'hai visto? Evidentemente no... In ogni caso fingo che sia la norma per me tralasciare gli eventi del social network. Controllo tra la lista, eccolo là Super Mario, più in forma che mai con quella incomprensibile descrizione in danese. La espando... oh oh, translation in english, è decisamente la festa di Søren. Ok, my fault. Prontamente mi includo tra i partecipanti, come potrei perdere un'autentica tipica festa di compleanno danese?! A poche centinaia di metri da casa mia per di più!

E' arrivato sabato sera. Tra poco c'è la festa. Federico mi ha detto di non andarci troppo tardi se c'è roba da mangiare perché solitamente i danesi vanno via voraci e avidi tra bevande e vivande. Passo in Kollegium da Francesco e Haiyong, si va tutti assieme in bici! Controlliamo l'indirizzo esatto dell'evento, lo imposto nel mio navigatore, chissà che il GPS si connetta prima di una mezzora... Francesco non ha la bici, "Sali dietro sulla mia...che problemi ci sono?!". Il primo pezzo di strada è la stessa discesa che mi porta al campus. La imbocchiamo più lanciati che mai. So a memoria tutte le eventuali buche e crepe sull'asfalto, arriviamo giù senza che France si sia ammaccato troppo il culo. Andiamo verso il Føtex, il posto dovrebbe essere da quelle parti. In piano è leggermente più dura, soprattutto considerato il fatto che per un ignoto motivo meccanico i 70 kg sulla ruota posteriore hanno provocato il cambio della marcia della mia bici. Ora è diventata più dura, ovviamente (avvenimento di cui mi sto ancora lautamente lamentando...non sono più riuscito a recuperare la mia rimpianta marcia perfetta data la situazione critica della mia bicicletta: ormai ha le marce marce). Ma nonostante tutto ce la facciamo...il navigatore dà l'arrivo a pochi metri. Forse sarebbe stato meglio scrivere "credevamo di avercela fatta". Sì, perchè a quanto pare google maps e nokia ovi maps devono aver litigato con quel budello di strada intorcolata che si snoda in mezzo a una sottospecie di villaggio turistico. Le abitazioni sono disposte senza alcun apparente senso logico. Non ci sono destre nè sinistre, i numeri civici sono pari e dispari dalla stessa parte. Ad un certo punto non siamo neanche più tanto sicuri di essere ancora nella via giusta. Fuuuuu-. Torniamo verso il Føtex, alla stazione degli autobus. Da quelle parti troviamo anche la Chiara, Federico e la Martina...non sembrano saperne più di noi. Dopo un quarto d'ora di orienteering tra giardinetti, stradine, marciapiedi e parchetti nascosti decidiamo di chiamare la Ditte, ragazza danese in corso con noi. Dopo aver tentato vanamente di spiegarci dove sia sta benedetta sala noleggiata per il compleanno di Søren gli strappiamo quello che sarebbe stato un "Va bene vengo a predervi dai...". Non so dirvelo con più precisione perché l'interlocutrice era la Marti...beh, ma quel che conta è che in 2 minuti siamo dentro. Haiyong nel frattempo - in solitaria  - aveva finalmente localizzato il posto, ma ormai non fa niente. Lego la bici lontano dalla porta d'ingresso per evitare potenziali (ed eventualmente anche improbabili dato che si tratta di danesi...) vomitate o urinate su manubrio e ruote rispettivamente. Appendo il giubbottone su un ramo preso da fuori in equilibrio tra due attaccapanni saturi. Cose da nerd sfigati. Nella room l'atmosfera è avvolgente, soft, un po' ovattata anche. Praticamente tutti gli invitati sono seduti lungo due tavolate. Presumibilmente staranno parlando di cose danesi in danese. Cerco sguardi noti, ecco i miei compagni di corso...vado a salutare loro. Ci sono Mathias e Julian. Quest'ultimo mi fa i complimenti per la scelta della birra che mi sono portato. Avevo preso una lattinetta al Føtex per via di un Beer Tasting a cui poi non sono andato. E' di Odense, 9° alcoolici. Sul retro c'è scritto (in danese) che il contenuto di quella lattina corrisponde a tre lattine normali. Poi c'è Piotr, mi presenta la sua ragazza (nonché futura e prossima sposa). Camilla bazzica in giro, Rune è super elegante col papillon rosso. Rasmus ha pantaloni verdi sgargianti e una maglietta grigia che evidenzia assurdamente il suo fisico vertissimo. Faccio gli auguri a Søren, d'altro canto siamo qua per lui, non c'è da dimenticarlo. Il drink di benvenuto è assai fashion, un po' femminile con quella fragolina galleggiante su tre dita di vino ultradolce (non Garnier...credo Fior d'Arancio o il corrispettivo scandinavo). La musica si espande nella stanza in maniera equilibrata, un computer con Spotify è a disposizione di tutti: ognuno carica in tracklist la canzone che vuole sentire. Si gioca un po' a biliardo, partitina tranquilla e senza pretese. Le birre offerte da Søren vanno via a fiumi. Il calcetto è sempre affollato ma riusciamo a farci anche qualche partita... Comunque sia il gioco che tiene banco è beer-pong. Non l'avevo mai sentito nominare nè tantomeno visto. Ma ve lo spiego bene dopo: è arrivato il momento più atteso della serata! "La torta!" direte... no! "Il regalo", nemmeno. In Danimarca funziona così: se compi 25 anni e non sei ancora sposato devi subire il rito della Cinnamon (italian translation: Cannella). Credo si tratti di qualcosa di Vichingo o in ogni caso risalente a "tempi oscuri, senza legge nè ordine, a quando gli uomini vivevano - presumibilmente - nel terrore l'uno dell'altro poiché il più forte opprimeva il più debole" (cit. La Spada nella Roccia). "Tempi oscuri davvero, e maledettamente scomodi", come avrebbe detto Mago Merlino. Beh fatto sta che hanno spogliato il povero Søren, l'hanno immobilizzato su una sedia con scotch da bondage e l'hanno portato fuori al freschetto. Inerme e rabbrividente Søren ora giace al centro di uno spiazzetto e aspetta di essere massacrato. Tutto sommato se lo merita: come diavolo si fa a non aver ancora preso moglie a venticinque anni?! Lo guardo impietosito e penso sorridendo che se in Italia funzionasse così l'azienda più prolifica sarebbe senza ombra di dubbio quella di raffinamento della cannella. Arrivano alle sue spalle con un pentolone di acqua tiepida (almeno per i primi secondi dato che poi la consueta bava di vento aalborghiana deve averla resa glaciale...) e lo inzuppano dalla testa ai piedi. Adesso mi è decisamente un po' più chiaro il motivo per cui ha fatto la festa un mese e mezzo dopo il suo compleanno! Finalmente è pronto per essere impastato per bene con chili di cannella! I torturatori sono numerosi, forse troppi. L'insana dose di cannella aleggia nell'aria e lascia il segno sui loro vestiti. E' una vera e propria nuvola marrone. I flash delle macchine  fotografiche rimbalzano ingrati sulla cortina di polvere impedendo inizialmente di ritrarre la buffa scena. Comunque questo è quello che rimane del ragazzo.
Vengo a sapere poco dopo che un simile rituale accade per gli scapoli a 30 anni, con la non trascurabile variante che prevede l'utilizzo - al posto della cannella - di pepe o peperoncino! Penso ancor più sorridente che se in Italia funzionasse così la seconda azienda più prolifica sarebbe senza ombra di dubbio, dopo quella di raffinamento della cannella, quella della produzione di peperoncino.
Tornando al beer-pong... beh, è un gioco che consiste praticamente nello sfidarsi a centrare una piramide (sistemata su piano orizzontale) di bicchieri con una pallina da ping pong. Le due squadre - di due persone ognuna - si dispongono ai due lati del tavolo. Ognuna prepara una piramide di 4+3+2+1 bicchieri semi pieni di birra. A turno si lancia la pallina o direttamente oppure con rimbalzo, lo scopo è ovviamente quello di care canestro in un bicchiere. Tale bicchiere verrà infatti rimosso dal gioco e bevuto dall'avversario che si sta apprestando a scagliare la pallina (in modo tale da renderlo gradualmente sempre meno lucido e inibire un po' per volta le sue capacità). La squadra che sta subendo il tiro può nel frattempo distrarre gli avversari con gesti, urla, coprendo i bicchieri e inscenando giochi di prestigio ingannevoli. Tuttavia se nel fare ciò la pallina lanciata dagli avversari viene toccata...la squadra perde automaticamente. Normalmente comunque vince il team che centra (that is, fa bere) tutta la piramide agli avversari. Ovviamente anche i bicchieri avanzati dalla piramide dei vincitori vengono tracannati dai perdenti, dunque se si vuole passare una serata serena è necessario vincere. Poi va da sé che se vinci resti in campo...rofl! So in any case by starting playing you are going to drink an insane amount of beer! Non c'è via di scampo... Rasmus è il boss del gioco, dopo tipo dieci partite è ancora in grado di centrare il target...impressionante! Io mi faccio solo un giro - vincente ^_^ - con Rasmus (sono andato sul sicuro...) e Fede. Giochetto simpatico in ogni caso...
















Il clima alla festa è totalmente diverso da quello che si respira agli international parties. Me lo aspettavo d'altra parte. Non si sono ragazze facili agli angoli della stanza, la maggior parte dei ragazzi non è ubriaca o se lo è si controlla comportandosi civilmente. Una cosa un po' più intima insomma, meno spalancata alla disdignitizzazione post alcohol. Tra canzoni danesi buffe (ie Ingen Dikkedarer di Niklas oppure VLTJ di Tørfisk) e qualche track italiana (tipo Tranne Te del buon Fabri Fibra) alterniamo danze sfrenate, calcetto e...snack tasting! Arrivano infatti portate di pizze arrotolate tagliate a fette, mini hot dogs e altri salati...da imbottire di ketchup. Ne mangio fino quasi a perdere conoscenza. Poi è ora di tornare a casa, Mathias ci guida attraverso l'intricata rete di piste ciclabili. La salita con il nuovo rapporto è impossibile. Ma con il sonno che ho mi risulterebbe più impossibile farmela a piedi...quindi rendo l'impossibile possibile. Impossible is nothing!
Ah...eccoci qua qualche giorno dopo, alla luce del sole. Autofocus con cellulare appoggiato sull'asfalto in equilibrio su un sassolino che ne compensa la non perfetta piattezza... Ma è tanto per rendere l'idea e ricordare l'epico smarrimento.

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